COME AFFRONTARE E SUPERARE LE DIFFICOLTA’ DELLA VITA

La vita è una sorta di grande professionista nel metterci in difficoltà e nel generare problemi o ritmi stressanti che non abbiamo cercato. A volte però i problemi ce li creiamo e/o cerchiamo, magari involontariamente. I problemi appartengono a tutti. 

Ogni essere umano durante la vita entra in contatto con difficoltà, problemi e il modo con cui impattiamo con essi varia a seconda del nostro stato d’animo. L’essere umano di fronte ai problemi sviluppa diverse strategie per superarli o per abbattersi e rassegnarsi. 

In questo articolo ti parlerò dei tre elementi caratteristici o parole chiave utili per affrontare i problemi. I tre elementi sono: 

  • accettare
  • combattere
  • differenziare.

 Molte volte i miei pazienti/clienti mi chiedono: 

  • Accettare, cosa?
  • Combattere, contro chi?
  • Distinguere, fra cosa?

 La risposta è unica:  

  • accettare i problemi, 
  • combattere i problemi, 
  • distinguere i problemi. 

 CONCETTO FONDAMENTALE: 

  • Riconoscere l’importanza di accettare ciò che non possiamo cambiare,
  • di combattere per trasformare ciò che invece possiamo cambiare
  • utilizzare l’intelligenza per decidere quale di queste due strategie utilizzare per affrontare i problemi.

 Quindi: Come affrontare i problemi? 

PUNTO PRIMO - Accettare quello che non possiamo cambiare

Accettare a volte costa e anche molto. Quando ci si sente impotenti ci si carica di energia di frustrazione, dolore e rabbia ecc… L’esempio più rappresentativo dell’impotenza è il lutto. Impotenti perché ciò che si è perso non lo possiamo più recuperare. La persona cara è venuta a mancare e nulla può essere cambiato. 

A mano a mano che cresciamo entriamo tutti in contatto con il lutto. Con il passare degli anni i lutti possono essere numerosi e a questo punto molte persone finiscono per riempire questo bagaglio di assenze con nostalgia, malinconia, distacco e a volte depressione e ansia. Tutto questo accade perché non si accetta il lutto.   

Ma cosa significa accettare.  

Accettare vuol dire capire che la sensazione e la dimensione del “non più” fa parte di noi e che è necessario includerla nella nostra storia. Accettare significa riconoscere il suo peso come parte di noi. Integrare la perdita nella nostra storia, nella nostra vita assorbendo e concentrandosi su ciò che la persona che non c’è più ci ha lasciato, sui ricordi positivi e non solo i sentimenti che scaturiscono dall’assenza. 

Bisogna superare la paura che se non soffriamo corrisponda a smettere di nutrire affetto per chi se n’è andato anche se gli abbiamo detto addio. Accettare significa continuare a includerlo nella nostra storia, a mantenerlo nel nostro cuore e a proiettarlo verso il futuro. Accettare vuol dire comprendere, non solo da un punto di vista cognitivo, ma soprattutto da un punto di vista emotivo. Ma l’accettazione non è solo per il lutto e per tutto ciò che ci genera sofferenza\dolore. 

Accattare è anche comprendere che a volte, nella vita, ci sono cose a cui non si è in grado di dare un significato e, soprattutto, che possono sembrare decisamente ingiuste. Continuare a chiedersi il perché è un po' come non accettare e in questo modo si rischia di intrappolarci in un vicolo cieco. Accettare è chiedersi cosa si può imparare dalla situazione e da questo dolore come punto di partenza per diventare più forti. PUNTO 

SECONDO: Combattere, lottare, pianificare una battaglia

 Combattere, lottare, pianificare una battaglia, investire risorse, stancarci, sacrificarsi a volte ferirci ed esaurirci. Molte persone nella vita combattono, non si arrendono, insistono e persistono. Forza di volontà, disciplina e determinazione sono alcune delle parole chiave di questo approccio. Molte volte nella vita dedichiamo una buona parte del nostro tempo per ottenete qualcosa e lottiamo per ottenerlo. 

Esempio: dedichiamo almeno cinque anni di studio all’università per laurearci e “lottiamo” per questo, dedichiamo anni di allenamento per vincere una competizione, mesi per programmare un evento, settimane per superare un problema di salute e recuperare dopo un trauma. Insomma nella vita si combatte per ottenere, superare, cambiare, modificare, vincere ecc… Studiamo per superare un esame, cerchiamo il miglior medico per guarire, affrontiamo problemi, superiamo ostacoli, valutiamo il terreno, cerchiamo l’area più sicura e lottiamo per mantenerla. 

Tutte queste azioni sono prevalentemente sotto il nostro controllo o nell’ambito del nostro potere personale. Quando ci rendiamo conto di avere buona parte del controllo e che questo ci permette di ottenere qualcosa di positivo, ci attiviamo e combattiamo. E questa scelta è funzionale se ci sono i suddetti presupposti. Ma quando ci troviamo di fronte a situazioni eventi, contesti in cui il nostro potere personale è minimo occorre fare attenzione e non perdere la giusta prospettiva.         

In tutti i casi in cui si sceglie di combattere per ottenere o cambiare qualcosa che non è contenuto nel nostro controllo di potere personale si rischia di generarsi forti stress.  Conosco molte persone che hanno un alto grado di masochismo. Esse provano quasi piacere nel tentare di raggiungere mete che producono loro maggiore sofferenza o un grande logorio o mete inarrivabili. In qualche modo, sembra che abbiano bisogno di soffrire per vivere, alla pari del bisogno di mangiare o dormire. 

Persone che continuano a combattere nella vana speranza che le cose, le situazioni, le persone, le relazioni possano cambiare ma senza potere veramente avere una influenza su di esse. Il modo migliore per combattere è trovare strategie per affrontare i problemi. Quindi, prima di lottare o combattere, la cosa migliore è ridurre la quantità dei problemi. 

Molto importante discernere i problemi “reali” da quelli che tendiamo a crearci e inventarci tramite l’utilizzo dei “devo” o “dovrei”o dei “sono fatto così” –“non ci sono soluzioni”.  Il combattere inutile raramente apporta benefici extra, bensì aumenta le probabilità di abbandonare le possibilità di fare scelte efficaci. 

Tutto questo ci porta al terzo punto: IL DISTINGUERE. 

PUNTO TERZO: Distinguere 

Serve a poco la capacità di accettare o impegnarsi a lottare se poi non abbiamo l’intelligenza necessaria per distinguere i problemi che meritano una strategia o l’altra. Sappiamo che tornare indietro nel tempo non è possibile. Molti problemi emotivi si risolvono meglio mediante l’accettazione (qualsiasi problema si voglia affrontare o qualsiasi cambiamento si voglia apportare necessita l’accettazione).        

È molto improbabile essere più calmi se non accettiamo e riconosciamo che al momento presente non lo siamo. A volte invece è utile combattere e lottare. Persistere per raggiungere un obiettivo perseguibile. La determinazione è una abilità fondamentale per ottenere o cambiare qualcosa nella nostra vita. Scegliere se accettare o combattere è come trovarsi davanti a un bivio dove non sappiamo se è meglio imboccare una strada o l’altra per affrontare i problemi. 

Saper distinguere quando è il momento di intraprendere una strada o l’altra è fondamentale ed è anche importante avere la capacità di cambiare strada durate il percorso. Possibile quindi iniziare combattendo e poi comprendere che è arrivato il momento di accettare e viceversa. Immaginiamo una persona con il cancro che deve sottoporsi a diversi trattamenti. Qual è il momento in cui l’accettazione può iniziare a essere una strategia migliore della lotta? 

Potrei fare tanti altri esempi ma credo che il concetto di base sia stato compreso. 

Desidero concludere con questo ultimo concetto. Per distinguere, è importante l’intelligenza, l’intuito, la consapevolezza, la flessibilità e anche la conoscenza. Ascoltare i professionisti e conoscere sè stessi sono fattori che aiuteranno a tracciare questa linea e a discernere al meglio.


 Dott. David Cardano